Testimonianza di Salvatore Gargiulo

Mi chiamo Salvatore Gargiulo. Nel 1977 mi sono convertito all’Evangelo, ed ora servo il Signore là dove per ventisei anni ho esercitato il ministero di sacerdote cattolico. La mia conversione, maturata a poco a poco nel corso di molti anni, è uno di quei grandi miracoli che Dio solo può operare.

Ordinato prete nel 1951, mi ero proposto di essere per tutta la vita un figlio devoto del Papa. Ero infatti convinto che egli fosse il successore di Pietro, capo visibile di tutta la Chiesa e vicario di Gesù Cristo.

La Chiesa Cattolica Romana è mariana più che cristiana, e tale ero anch’io. Non mi stancavo di raccomandare la recita del “Santo Rosario” (una monotona ripetizione di invocazioni a Maria); ero un appassionato divulgatore dei messaggi delle varie apparizioni della “Madonna”. Ora che conosco la Bibbia, so che tali apparizioni, con la loro cornice di prodigi bugiardi, non sono altro che manifestazioni del regno delle tenebre, tese a fuorviare milioni di anime e ad impedire che esse vengano a contatto con la Verità (2Corinzi 11:14; 2Tessalonicesi 2:9‐12).

Io però m’ero formato in questo sistema di errori e, avendo una conoscenza solo superficiale della Sacra Scrittura, “ingannavo gli altri, essendo io stesso ingannato” (2Timoteo 3:13). I miei studi teologici avevano avuto infatti come base la filosofia “scolastica” e non la Parola di Dio!

Nel mio fanatismo religioso, fedele alle prescrizioni del Codice di Diritto Canonico, un giorno avevo fatto bruciare una Bibbia “protestante” perché non munita dell’imprimatur ecclesiastico.

Nondimeno, tanta sicurezza e fiducia nell’istituzione cattolica romana non m’impediva di essere profondamente insoddisfatto. Amministravo i sacramenti, ed a mia volta ero tenuto a farvi ricorso, ma mi mancava il dono più bello che Dio vuole dare all’uomo : la certezza che gli è accetto perché i suoi peccati sono stati perdonati una volta per sempre sul Calvario.

Avevo inoltre una tremenda paura della morte e del giudizio di Dio. La mia religione mi spronava a compiere opere meritorie (messa, sacramenti, rosario, indulgenze, atti di mortificazione…), ma io sentivo di essere perduto. Purtroppo, nonostante la mia licenza in teologia, non conoscevo la franchezza e la semplicità della salvezza per grazia. Le “cisterne screpolate” dei sacramenti non potevano darmi l’Acqua Viva di cui l’anima mia cosi disperatamente aveva bisogno.

Negli anni sessanta cominciai ad interessarmi di ecumenismo. Naturalmente il mio ideale ecumenico era che tutti i “fratelli separati” riconoscessero che il Romano Pontefice è il supremo pastore voluto da Cristo e che nell’ubbidienza a lui si realizza il desiderio divino dell’unico gregge sotto un solo pastore.

Era pertanto necessario che io conoscessi anche il pensiero dei Cristiani separati da Roma. Presi ad ascoltare le trasmissioni radiofoniche e televisive evangeliche. Ricordo in particolare i messaggi mattutini che un evangelista tedesco, Werner Euchelbach, trasmetteva da radio Lussemburgo e che immancabilmente terminavano con l’accorato appello: “Gerade du brauchst Jesus” (Proprio tu hai bisogno di Gesù!). Per me egli era il rappresentante di una setta, un eretico, ma la sua voce mi avvinceva perché al centro del suo messaggio c’era soltanto il Signore Gesù.

Un giorno di agosto del 1975, camminando per una via di Firenze, fui attratto da una libreria evangelica. Vi entrai per curiosare e fui colpito dal titolo di un libro: “Il Cattolicesimo Romano alla luce delle Scritture”. Lo acquistai e me lo misi in valigia, ma non posso affermare di essermi subito convertito nel leggerlo: non era facile togliere di colpo dalla mia mente tutte le false dottrine che vi erano radicate. Tuttavia, lo Spirito di Dio a poco a poco faceva penetrare nella mia mente ottenebrata la luce della verità.

Trascorsero altri due anni di incertezze, esitazioni e ricerche. Solo la Parola di Dio, vera spada dello Spirito, recise alla fine tutti gli errori che mi avevano per tanti anni incatenato. Iddio mi donò la luce della Verità, la certezza della salvezza e mi liberò da tutte le mie paure. Mi concesse anche la gioia di una famiglia terrena, dandomi una moglie, sorella nella fede, e due figli. Ora sono un ministro dell’Evangelo e faccio parte della vera Chiesa di Gesù, la Sposa, che non ha nulla a che vedere con quella sua grossolana imitazione che io per tanti anni avevo conosciuto e servito.

Fra gli Evangelici c’è chi pensa che i tempi siano cambiati e che ora sia possibile dialogare e collaborare con la Chiesa Romana per realizzare l’unità dei Cristiani. Inganno diabolico! Le dottrine di questa organizzazione ecclesiastica non sono affatto mutate, anzi ai suoi errori se ne stanno aggiungendo altri, principalmente il sincretismo religioso che ben presto la farà essere “Babilonia la grande” del capitolo 17 dell’Apocalisse.

Pertanto è per noi di grande attualità l’esortazione della Parola di Dio: “Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; perché qual comunanza v’è fra la giustizia e l’íniquità? O qual comunione fra la luce e le tenebre?… ” (2Corinzi 6:14‐18).

Quanto a me, guardando indietro e rivedendo i molti anni trascorsi nella menzogna e nell’errore, non posso fare altro che ringraziare con gioia il Padre che mi ha riscosso dalle tenebre e mi ha trasportato nel Regno del Suo amato Figlio.

(Traduzione di Edoardo Labanchi, ex Sacerdote Cattolico)

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